Ciao a tutti, vorrei sottoporre ai "veterani" del forum un mio problema che piano piano mi sta allontanando sempre di più dal mio gruppo di D&D.
Lo ammetto, sono un "power-player": ciò che mi piace maggiormente nel gioco è l'ottenere punti EXP, il trovare oggetti magici, il rubare soldi a chiunque mi capiti a tiro (sono un ladro drow), il progredire di livello e l'ottenere nuovi poteri. Sinceramente, non vedo cosa ci sia di male in questo: è il mio modo di divertirmi.
Il resto del mio gruppo invece, è tutto improntato all'interpretazione, alla recitazione dei personaggi: a tutti piace passare il tempo inscenando situazioni, dilungandosi nei dialoghi con i PNG non giocanti, et cetera. Anche questo, è un più che lecito modo di divertirsi usando lo strumento del D&D.
Il fatto però, è che il DM propende assolutamente e totalmente per la parte "attoriale" e recitativa: premia con punti EXP, con oggetti magici, e punti azione (giochiamo alla 4ED). Il risultato di tutto ciò è che, pur essendo il più interessato al powerplaying, mi ritrovo con il personaggio più "sfigato", di un livello sotto agli altri perchè con meno punti EXP e con una razza che non posso usare (i miei poteri razziali sono stati "bloccati" da esigenze di trama).
Ho provato a parlare col DM, ma mi ha risposto che le mie sono solo paranoie, e che se lui mi spinge a giocare in modo più recitativo, è perchè quello è il modo migliore di giocare a D&D. Io ci provo, ci ho provato, ma alla lunga giocare in modo lontano da quel che realmente mi fa divertire mi sta frustrando e mi annoia sempre di più. Ormai sono andato alle ultime due sessioni solo perchè i miei compagni di gioco sono i miei migliori amici, e comunque è una delle pochissime occasioni che abbiamo di vederci, visti i reciproci impegni.
Potete suggerirmi qualcosa per cercare di migliorare la situazione? Sono io che sbaglio? O è il mio DM che è ha troppi pregiudizi?